IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
17, lunedì
Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno questi tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi iscrivere per la terza elementare; io pensavo alla campagna, e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola si accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tener sgombra la porta. Vicino alla porta, mi sentii toccare una spalla; era il mio maestro della seconda, sempre allegro, coi suoi capelli rossi arruffati, che mi disse: – Dunque, Enrico, siamo separati per sempre? – Io lo sapevo bene; eppure mi fecero pena quelle parole. Entrammo a stento. Signore, signori, donne del popolo operai, ufficiali, nonne, serve, tutti coi ragazzi per una mano e i libretti di promozione nell’altra, empivan la stanza d’entrata e le scale, facendo un ronzio che pareva d’entrare in un teatro.
(Edmondo De Amicis, Cuore, Rizzoli, Milano 2002, ed. orig. 1886)