recensione a cura di Alice Gironi, 1 A Classico Liceo “Brocchi” Bassano
Prendendo in mano Il Giovane Holden la prima cosa che salta all’occhio è la copertina completamente bianca, priva di riferimenti. Per l’autore, J.D. Salinger, questa scelta aveva un significato particolare: «Non giudicare mai un libro dalla copertina.» Il bianco e il vuoto che colpiscono il lettore sono poi riempiti dal personaggio che si incontra tra le pagine del romanzo, Holden Caulfield, diciassettenne dalla dubbia condotta scolastica e fondamentalmente privo di punti di riferimento nella sua vita, come tanti adolescenti. Holden è un personaggio a tratti bianco come quella copertina, a tratti colorato, senza peli sulla lingua e totalmente remissivo a tutto ciò che gli capita. Il romanzo è una sorta di diario di questa figura indefinita, incompleta e senza pace. Holden viene bocciato per l’ennesima volta e, per non affrontarne le conseguenze, scappa da scuola. Il libro si svolge nell’arco di pochi giorni, sotto Natale, ed è quasi il viaggio di Holden verso quello che lui vorrebbe fosse il suo futuro. Durante questo suo percorso incontra molti personaggi, con i quali interagisce confusamente; essi sono comparse che costituiscono la scenografia del romanzo: anche Holden resta come un punto di domanda. Usa un linguaggio spiccio, nei suoi termini gergali e nelle sue gesta maldestre un’intera generazione si è rispecchiata e vi ha letto la propria giovinezza.
Il libro ”traveste” Holden da sbruffone, come un adolescente che non si pone troppi quesiti sulle parole da dire e le azioni da compiere, ma che in realtà cela un’insicurezza molto più intima e profonda: non si conosce ed è alla costante ricerca di punti di riferimento in una vita disordinata e confusionaria. Holden cerca se stesso attraverso gli altri senza comprendere che è solo lui ad avere in mano il suo destino e che solo lui può decidere il ragazzo che vuole essere e l’uomo che vorrà diventare.
Il Giovane Holden è un romanzo bianco come la sua copertina. Per molti ragazzi di un’intera generazione è un libro che lascia un segno nella propria vita, che accompagna il lettore anche dopo averlo chiuso, e la copertina bianca può allora rappresentare proprio questo: il poter scrivere la propria storia.
Ma rileggere oggi Il Giovane Holden può lasciare interdetti e, soprattutto, può non far trovare nulla di quanto promesso dalle aspettative che il libro porta con sè. La copertina bianca è la chiusura del libro e il vuoto che ne segue. Holden, nonostante rappresenti ancora il tipico adolescente alla ricerca di se stesso, appare sorpassato: forse la scrittura, gli accadimenti lo fanno sembrare distante.
Riponendo il libro sullo scaffale, la sola cosa che sembra rimanere al lettore è la copertina: bianca, immacolata e vuota.