recensione a cura di Adele Dal Bello, 1 A Classico Liceo “Brocchi” Bassano
LA GUERRA CHE DISTRUGGE LA MENTE E RISVEGLIA I CUORI
Per essere il primo romanzo di Andrea Molesini, Non tutti i bastardi sono di Vienna merita in pieno il successo ottenuto. Pubblicato nel 2010 da Sellerio e vincitore del premio Campiello 2011, narra fatti realmente accaduti tratti da Il diario dell’invasione di Maria Spada, prozia dell’autore. Osservando la copertina del libro ciò che colpisce maggiormente è il titolo, una frase endecasillabica che si incontra come citazione di un personaggio secondario a lettura avanzata e che, a detta dell’autore, è più facile da memorizzare.
Siamo a Villa Spada nei pressi del Piave, fronte italiano dopo la disfatta di Caporetto, e sembra definitiva la sconfitta dell’esercito italiano. La dimora è appena stata occupata dal comando militare austriaco e l’intera famiglia Spada si vede privata della propria libertà: i due padroni di casa, Guglielmo Spada e sua moglie Nancy, nonni dello stesso protagonista e narratore, il diciassettenne Paolo, e la zia Maria, che instaura un rapporto di reciproco rispetto con gli invasori. Con loro vivono anche Teresa, cuoca e governante che si esprime solo in dialetto veneto, la figlia Loretta e il custode Renato, spesso descritto in modo misterioso e a volte pure losco. Spesso subentra la figura di Giulia, matta, bella e rossa e della quale tutti sembrano invaghirsi, in particolare Paolo. Col passare dei mesi il controllo della Villa viene preso dagli austriaci, i quali comprendono che l’esito finale della guerra non è più tanto palese anche grazie al contributo che dà ogni singolo cittadino alla propria nazione. Un misto di patriottismo e solidarietà visti con gli occhi di un ragazzo che vive nel desiderio di crescere e di scoprire l’amore, ma l’unico amore che trova in sé è quello per l’Italia. La Grande Guerra raccontata da un giovane di nobile famiglia che si ritrova a dover lottare con le miserie portate dalla stessa guerra: fame, morte, imbrogli e violenza. Le forme dialettali e l’ambiente sociale che fa da sfondo al libro conferiscono inoltre a questo sublime romanzo storico un carattere distintivo e unico che lo rendono toccante e veritiero.