recensione a cura di Felipe Fiscato – 3BME, Itis “Alessandro Rossi” Vicenza
L’erede di Ahina Sohul è il titolo del primo romanzo della trilogia “il libro de destino” della scrittrice Elisa Rosso, i libri sono pubblicati da Piemme a partire dal 2008. Elisa Rosso nasce a Milano nel 1993, si interessa fin da piccola alla mitologia e ai racconti fantasy, si appassiona alla lettura e comincia ad inventare lei stessa vicende su mondi fantastici per poi scrivere il suo primo libro: l’erede di Ahina Sohul, appunto. La storia inizia col prologo, in cui ci vengono spiegati gli avvenimenti risalenti a quindici anni prima rispetto agli avvenimenti narrati: Il Signore delle Nebbie con il suo esercito di amorphi (animali di diverse specie posseduti da spiriti maligni di varia natura) ha assaltato la città di Ahina Sohul, capitale delle Terre di Nadesh, usurpato il potere del re e messo sul trono Pseudos, alleato delle forze del male. Quindici anni dopo ci vengono presentati i protagonisti: Bedwyr, un ragazzo di sedici anni, Eynis una ragazzina di quattordici anni e Rooth un ragazzo anche lui di sedici anni, migliore amico di Bedwyir, che dovranno presto partire con Galdwin, un custode (una sorta di guerriero errante col compito di addestrare uno o più ragazzi nelle arti cavalleresche affinché essi vengano riconosciuti come uomini) che sta da tempo cercando Bedwyr. In seguito si uniranno ai rappresentanti delle cinque razze libere: uomini, elfi, nani, lupi e draghi per recuperare le pagine perdute del leggendario Libro Del Destino, un libro profetico in grado di rivelare a chi lo possiede le sorti della terra di Nadesh; nel suo viaggio alla compagnia si unirà anche Jadfih, il capo dei Ribelli (un piccolo esercito che si oppone all’usurpatore), il quale si rivelerà presto un esperimento incompleto per creare un amorphos partendo da un umano, ma che accetterà volentieri di abbracciare la causa della compagnia. In questo viaggio sia Bedwyir che Eynis verranno a conoscenza della loro discendenza e dovranno prepararsi ad affrontare un destino più grande di loro, che metterà alla prova la loro forza fisica e spirituale, e che più volte li spingerà a tirarsi indietro; sarà solo con l’aiuto dei loro compagni che riusciranno ad andare avanti e a portare a termine la loro missione. La lettura del primo libro, come anche degli altri, non è difficile, anzi è scorrevole e piacevole. Lo stile è piuttosto semplice considerando anche che questo è il primo libro dell’autrice e che lo ha scritto quando era ancora poco più di una ragazzina; i personaggi non sono troppo complessi, ma allo stesso tempo presentano una caratterizzazione più che buona. È inoltre chiara l’ispirazione dei personaggi a “il signore degli anelli” (ovvio che l’autrice si è solo ed esclusivamente ispirata a loro come modelli per creare i suoi di personaggi) e anche le ambientazioni sono piacevoli e ben realizzate.
In conclusione l’opera se paragonata ai grandi romanzi high fantasy, ad esempio Il signore degli anelli, è ben poca cosa (ovviamente aggiungerei), ma se si considera che l’autrice lo ha scritto quando era ancora una ragazza e che questa è la sua prima esperienza come scrittrice, direi che il libro è più che buono, scorrevole e non troppo complesso.